Il tema dello smaltimento dei rifiuti sta trovando sempre più spazio non soltanto tra i media nazionali ma anche, per fortuna, nelle agende di enti locali, regionali e governativi.

L'argomento è molto vasto e complicato, anche se lo si potrebbe sintetizzare in un assunto molto semplice: ogni rifiuto, dopo essere stato catalogato, va gettato nel contenitore appositamente individuato per poterlo smaltire nel modo più ecologico possibile. Prima dello smaltimento, se pericoloso, va gestito nella maniera tale da renderlo il meno nocivo possibile. In secondo luogo bisogna favorirne il reimpiego, il riciclaggio o il recupero ottimizzandone la raccolta, il trasporto e lo smaltimento.

Non fanno eccezione a questa trafila i RIFIUTI SANITARI, considerati come una fetta molto importante della raccolta dei rifiuti speciali che corrisponde a tutta quella parte di rifiuti di scarto derivante dalle attività industriali, agricole, commerciali, sanitarie, sia pubbliche che private che non fa parte della classificazione di riufiuto urbano.

Sono definiti “rifiuti sanitari” tutti i rifiuti provenienti da strutture pubbliche e private che svolgono attività di ricerca, di diagnosi e/o cura, riabilitazione, attività medica o veterinaria di prevenzione (DPR n. 254/2003, art. 2), le quali devono indirizzare e catalogare in appositi contenitori il rifiuto sanitario in modo tale da favorirne il processo fino al passo finale dello smaltimento.

Quindi QUALI SONO I RIFIUTI SANITARI E COME VENGONO CLASSIFICATI?

I rifiuti sanitari vengono suddivisi in:

RIFIUTI SANITARI NON PERICOLOSI

Rifiuti taglienti inutilizzati come aghi, siringhe, lame e rasoi (Codice CER 180101 e 180201).

Farmaci scaduti (Codice CER 180105).rifiuti sanitari

Sostanze chimiche di scarto, dal settore sanitario e veterinario o da attività di ricerca correlate, non pericolose o non contenenti sostanze pericolose ai sensi della decisione Europea 2001/118/CE.

RIFIUTI SANITARI ASSIMILATI AI RIFIUTI URBANI

Vetro, carta, plastica, metallo, imballaggio.

Contenitori vuoti di farmaci, di farmaci veterinari, dei prodotti ad azione disinfettante, di medicinali veterinari prefabbricati, di premiscele per alimenti medicamentose, di vaccini ad antigene spento, di alimenti e di bevande, di soluzioni per infusione.

Pasti provenienti da cucine di strutture sanitarie esclusi quelli di pazienti affetti da malattie infettive recanti patologie trasmissibili attraverso suddetti pasti.

Normale spazzatura.

Lenzuola e indumenti monouso.

RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI NON A RISCHIO INFETTIVO

Rifiuti provenienti da laboratori analisi e radiologico, ad esempio solventi, reagenti, oli, amianto, mercurio.

RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO

Rifiuti taglienti come aghi, siringhe, lame, vetri, lancette, pungidito, venflon, testine rasoi e bisturi monouso (Codici CER 180103 o 180202 ).

Rifiuti provenienti dallo svolgimento di attività di ricerca e di diagnostica batteriologica.

Rifiuti a rischio infettivo di cui all’art. 2, comma 1, lettera d) del DPR 15 luglio 2003, n. 254 Codici CER 180103 o 180202 (tra gli altri, materiale monouso, ceretta usata, cateteri, materiale per medicazione come garze, cerotti e tamponi, per elenco completo cliccare qui).

RIFIUTI SANITARI CHE RICHIEDONO PARTICOLARI SISTEMI DI GESTIONE – Possono essere pericolosi a rischio infettivo (Organi e parti anatomiche non riconoscibili, piccoli animali da esperimento Codici CER 180103 o 180202 ).

Non pericolosi (Farmaci scaduti o inutilizzabili Codici CER 180109 o 180208).

reazione al tatuaggio granuloma

QUALI SONO LE NORME CHE REGOLANO I RIFIUTI SANITARI E GLI OBBLIGHI DELLE STRUTTURE SANITARIE ?

Il Decreto Ronchi n 22/97 e successivamente ilD.lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. hanno cambiato non soltanto il modello della gestione dei rifiuti e recepito e coordinato tre diverse normative europee sul tema, ma ha anche contribuito a cambiare la mentalità degli italiani in materia di antispreco, ecologia e gestione dei rifiuti.

La gestione dei rifiuti sanitari provenienti da strutture sia pubbliche che private è disciplinata dal Decreto del Ministero dell'Ambiente n 219 del 26/6/2000.

Bisogna in questo caso ricordare che il Decreto Ronchi stabilisce l'obbligatorietà di formare adeguatamente il personale delle strutture sanitarie in merito alla raccolta differenziata attraverso dei corsi di formazione.

Ma non solo.

Il personale deve essere informato e formato anche sull'utilizzo di tecnologie di trattamento di rifiuti sanitari, approvvigionamento di farmaci e reagenti, sull'utilizzo di prodotti pericolosi.

Continueremo a trattare il tema dei rifiuti sanitari prossimamente, con l'articolo sullo smaltimento dei rifiuti sanitari.

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